“Venere è un ragazzo”, il corto con l’attore e nuotatore Davide Crispino

“Venere è un ragazzo”, il corto con l’attore e nuotatore Davide Crispino

Pubblichiamo l’intervista di Claudio Finelli apparsa su Gaynews.itDavide Crispino, atleta e attore e protagonista del cortometraggio Venere è un ragazzo per la regia di Giuseppe Sciarra, in gara nel terzo round di Quarantena film festival della rivista CineFacts.it.

Venere è un ragazzo racconta in maniera intensa e coinvolgente un triangolo di amori e desideri, un triangolo tra tre universi emotivi fragili e precari che si cercano, che a volte si incontrano e che repentinamente ripiombano nella loro solitudine.

Davide Crispino, campione di nuoto d’interesse nazionale e internazionale, che abbiamo già visto nello spot della Vodafone (quello insieme alla foca Monica) e in un piccolo ruolo nel film Torno indietro e cambio vita di Carlo Vanzina, nel corto Venere è un ragazzo interpreta il ruolo di Emanuele, giovane boxeur che si innamora del suo compagno d’allenamento. Per saperne di più su questo film, lo raggiungiamo telefonicamente.

Davide, Venere è un ragazzo è una storia che racconta il desiderio e l’amore di Emanuele per Michele, amico di palestra. Come hai approcciato il lavoro sul tuo personaggio?

Emanuele è un uomo che riconosce  improvvisamente in se stesso la sua parte omosessuale. L’amicizia e l’ammirazione verso un suo compagno di boxe lo mettono di fronte a un sentimento che ha represso per tanto tempo e ha poi avvertito tra gli spogliatoi e il ring di una palestra, luoghi che possono spingere i ragazzi a un rapporto di intimità molto particolare e bello. A mio avviso, Emanuele vive da un lato la forte paura verso l’amore per Michele, dall’altro il desiderio di viversi realmente questo sentimento. A causa di questo dissidio, Emanuele diventa spettatore della vita di Michele. Cerca di conoscerlo al di là della palestra per venire a patti con le sue pulsioni e la realtà effettiva delle cose; Emanuele ha anche una ragazza e questo rende ancora più interessante lo scaturire del sentimento d’amore nei confronti del suo amico Michele. Per costruire il personaggio di Emanuele, ho lavorato molto con delle mie emozioni personali. Tutti abbiamo avuto amori non andati a buon fine o tormentati. Io ho cercato di rivivere con Emanuele e Michele degli episodi privati vissuti in passato, episodi che mi hanno fatto male e bene; il metodo applicato e il Metodo Strasberg sull’intimita’ del personaggio. Poi, il terzo occhio del regista Giuseppe Sciarra e il dialogo serrato che c’è stato tra di noi su come esprimere determinate emozioni con la sola mimica facciale, hanno completato il lavoro.

Nel corto si affronta il desiderio omosessuale tra due sportivi. Nella vita tu sei uno sportivo. L’omosessualità nello sport è ancora un tabù? 

Nel mondo dello sport c’è ancora un forte tabù verso l’omosessualità. La cosa paradossale della faccenda è che in questo ambiente gli omosessuali sono tanti. I gay sono presenti soprattutto in quegli che sono gli sport ritenuti più virili. Dico questo perché conosco molti ragazzi che praticano svariati sport che sono omosessuali e bisessuali.

Il tuo personaggio ha difficoltà a esplicitare il proprio desiderio. Secondo te è facile per un nuotatore omosessuale vivere alla luce del sole il proprio orientamento sessuale? Ti è mai capitato di assistere ad episodi di discriminazione in ambienti legati alla tua disciplina sportiva?

Molti di questi ragazzi però sono ancora nascosti. Sicuramente nel nuoto, a differenza di sport come il calcio, la situazione è un po’ meno difficile. Qualcuno – anche se ancora pochi – dei miei amici nuotatori è dichiaratamente gay e non ha problemi. Ma c’è ancora molto da fare. Secondo me in Italia ci sono contesti in cui è più facile dire di essere gay rispetto ad altri. L’ambiente dello sport è stratificato. Per determinate società sportive se tu sei gay non è un problema per altre può esserlo perché intacchi determinati stereotipi fasulli, duri a morire. Per fortuna non ho mai assistito a episodi di discriminazione verso un ragazzo gay, forse qualche volta ho sentito dire battute infelici sull’omosessualità ma ahimè certe frasi infelici si  sentono ancora ovunque. Non  mi è mai capitato invece  di assistere all’allontanamento da parte di un mio collega dal nostro ambiente per motivi legati al suo orientamento sessuale. Ma non escludo che qualcuno possa averlo fatto ed io pero’ non ne sono stato però testimone diretto.

Qual è stato l’incontro che ha rafforzato in te la convinzione di voler intraprendere la strada del cinema? C’è qualche regista o qualche attore con cui ti piacerebbe lavorare?

Quello che ha rafforzato in me la voglia di fare cinema è stato il lavorare costantemente sul campo. Gli stage, gli spot e i cortometraggi che ho fatto in questi anni mi hanno fatto capire che amo la recitazione e che, soprattutto, ho tanto da dare e che vorrei farne quindi un lavoro. Magari non sarà solo questo il mio unico lavoro ma il mio desiderio è comunque di continuare a recitare sempre. Essere il tramite di una storia e di un personaggio è un privilegio. Puoi vivere non solo altre vite, diverse dalla tua, ma fare un percorso interiore che può portarti a diventare una persona migliore.

Davide qual è il filo rosso che unisce il tuo duplice impegno di sportivo e attore per il cinema? Quale delle due passioni è oggi prevalente nel tuo cuore?

Essere uno sportivo ed essere un attore hanno piu cose in comune di quello che la gente possa pensare. Intanto, la preparazione per un ruolo di un personaggio prevede una disciplina e una centralità psicofisica simili a quelle dello sportivo. Entrare in un ruolo non sempre è semplice. Occorre un duro allenamento emotivo e fisico, in cui devi lasciarti andare alle emozioni e a una elasticità del corpo che va assecondato nei suoi impulsi ma anche guidato. Stessa cosa avviene per lo sport. Nel mio caso il nuoto. Ci deve essere il giusto equilibrio tra mente e corpo, tra controllo e spontaneità, fondamentale la voglia di riuscire, di andare sempre oltre conoscendo sempre di più se stesso. Inoltre, sia nelle recitazione che nello sport, cerchi di valicare determinati limiti spingendoti sempre più oltre. È una sfida con te stesso e col mondo che ti migliora come essere umano e ti aiuta a conoscerti in profondità. In ogni caso entrambe le cose, recitare e nuotare, mi fanno battere il cuore in un modo pazzesco.

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