Alle radici della liberazione sessuale
Oggi, 28 giugno 2019, è l’anniversario di Stonewall, la rivolta che 50 anni fa diede inizio alla riscossa per i diritti LGBTI in tutto il mondo e al grande movimento di liberazione sessuale che ha riguardato la vita di ogni persona, anche eterosessuale.
ARCO c’è, e sarà oggi presente con una delegazione alle celebrazioni che si terranno allo Stonewall Inn (18:00 ora di New York, mezzanotte in Italia).
Nel 1969, lo Stonewall Inn era solo un bar, un luogo di ritrovo piccolo e malfamato ai margini della società e ai limiti della legalità. All’epoca era vietato avere rapporti omosessuali e vestire gli abiti del genere opposto.
La visibilità e i locali gay
La rivolta è partita proprio da lì. Fortunatamente, le generazioni di attivisti e attiviste che si sono avvicendate a partire da quel momento, hanno lottato per la completa visibilità delle persone LGBTI, una battaglia ancora oggi lontana dall’essersi conclusa, visto che oltre 70 paesi nel mondo criminalizzano l’omosessualità.
Visibilità fuori dalle mura di una casa, fuori dalle situazioni “chiuse”, fuori dai locali anche. Visibilità verso se stessi e se stesse in ogni contesto. La visibilità è un po’ il cuore della lotta per i diritti.
Questa grande battaglia ha spesso prestato il fianco ad un pregiudizio. Perché ancora i “locali gay”? Persino tra di noi ce lo chiediamo.
Ed ecco che allora siamo venuti qui a ricordarlo. Oggi più che mai, senza chi ha avuto il coraggio di organizzare e gestire lo Stonewall nel 1969, non ci sarebbe stato rifugio, ritrovo, presa di coscienza e infine rivolta.
Ancora oggi, moltissime persone varcano la soglia di quelli che vengono considerati spesso meri luoghi di “sfogo”.
La scoperta di sé e l’ipocrisia
Eppure, moltissimi iniziano a prendere coscienza di sé proprio lì e lo fanno in maniera più sicura rispetto a prima, quando nei ritrovi all’aperto si rischiava grosso. Prendere coscienza con il proprio corpo e con la propria sessualità è indispensabile anche per sviluppare qualunque tipo di relazione.
La liberazione sessuale è un valore che dobbiamo ricordarci sempre e che ci ha sempre contraddistinto come movimento omosessuale. Il nostro movimento è stato il primo a rivendicarlo, rispetto a una certa cultura eteronormata che “lo fa ma non lo dice”: guai a parlare delle centinaia di club privè in Italia e delle file chilometriche ai marciapiedi.
Il movimento è stato capace di sfidare l’ipocrisia e di valorizzare il momento dell’incontro e della sessualità: di questo siamo orgogliosi in quanto associazione di circoli e locali unica al mondo nel suo genere.
Liberarsi per liberare
Nei nostri circoli si accoglie, si offrono servizi per la salute e il benessere, si da la possibilità di socializzare e, certamente, anche di fare sesso. E questo non lo neghiamo, non lo nascondiamo, ma anzi lo rivendichiamo.
Tutto è iniziato da Stonewall quindi, dove prima di liberare tutti e tutte noi, omosessuali, trans e travestite che hanno guidato la rivolta hanno prima di tutto liberato se stesse.
ARCO è qui per ricordare che quella liberazione da cui siamo nati si rinnova ogni giorno. Ogni giorno quella stessa liberazione va praticata, in tutti gli spazi che abbiamo conquistato.
Le nostre relazioni, le nostre coppie e le nostre famiglie sono figlie di un’idea di libertà che ha rivoluzionato nel tempo lo schema della coppia eterosessuale, fedele, monogama e con un genere che sovrasta l’altro.
L’auspicio per i prossimi 50 anni è quello di continuare a lottare ritrovando le nostre radici culturali. I nostri diritti garantiscono la libertà di tutti e tutte.
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