L’inganno da frenare. Studio giuridico mondiale sulla legalizzazione delle cosiddette terapie di conversione. Come riporta Gaynews, è questo il titolo dello studio che, curato da Lucas Ramón Mendos, è stato oggi a presentato a Ginevra da Ilga-World. In 140 pagine vengono illustrati i danni di tali pratiche(dall’elettroshock a sedute psicoteraupetiche fino ai riti esorcistici) e i tentativi a livello globale per vietarle.
Al momento, come rileva il report basato soprattutto sulle testimonianze delle persone sopravvissute che, per Ramón Mendes, «sono la principale forza trainante per la riforma», solo in Brasile, Ecuador e Malta vigono divieti nazionali delle terapie di conversione. Esse sono state condannate come inefficaci e dannose per la salute mentale dall’Organizzazione mondiale della sanità, Organizzazione panamericana della sanità, Associazione medica mondiale e Associazione mondiale di Psichiatria nonché da oltre 60 associazioni di medici e psicologi sparse in 20 Paesi.
In altri quattro Paesi sono stati messi in atto divieti e restrizioni di tali pratiche a livello locale: Canada (tre province e numerose città), Spagna (5 regioni), Stati Uniti (19 stati, Washington DC, Portorico e numerose città e contee), Australia (nel solo Stato di Victoria).
In Argentina, Uruguay, Figi, Nauru e Samoa le leggi sulla salute mentale vietano la diagnosi dei pazienti esclusivamente sulla base dell’orientamento sessuale e/o dell’identità di genere: queste norme fungono, dunque, da divieti indiretti.
Stati Uniti, Canada, Cile, Messico e Germania sono, inoltre, tra i 10 Paesi che stanno cercando di mettere al bando tali pratiche a livello nazionale. Nello Stato australiano del Queensland è al vaglio un progetto di legge che vieta le cosiddette terapie di conversione prevedendo pene detentive fino a 18 mesi per medici e assistenti sociali.
Alla luce di tali elementi Ilga-World ritiene che il 2020 potrebbe costituire un punto di svolta nella lotta contro pratiche che hanno rovinato molte vite. Le mosse globali contro i tentativi di “curare” le persone Lgbt+ stanno di fatto prendendo piede anche sulla base dei dati inquietanti sui danni arrecati.
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