Come riporta Gaynews, è stato rinviato tra agosto e settembre, a causa dell’emergenza Covid-19, il Bucarest Pride, che si sarebbe dovuto tenere il 23 maggio.
A dichiararlo ieri ufficialmente la direttrice esecutiva del comitato organizzatore, Teodora Ion-Rotaru, dopo che sono stati confermati, il 9 marzo, 23 casi di persone positive al Coronavirus in Romania e il Governo ha vietato pubbliche manifestazioni con oltre 1.000 partecipanti. Casi che, oggi, sono saliti a 48 mentre sono 1450 quelle in quarantena e 12.878 quelle monitorate in casa.
«La salute pubblica – ha dichiarato Teodora Ion-Rotaru alla Reuters – dovrebbe davvero venire prima in un momento come questo. Credo che soprattutto chi come noi organizza eventi per le nostre comunità ha la responsabilità di pensare prima a esse e alla loro sicurezza. È più facile gioire in un momento in cui tutto è sicuro e giusto per tutti».
Quello di Bucarest è il 1° Pride al mondo a essere stato rinviato per la pandemia del Coronavirus. Come comunicato da Steve Taylor, portavoce dell’European Pride Organizers Association (Epoa), son ben 1.000 le marce dell’orgoglio Lgbti previste in Europa nell’arco del 2020, che andranno incontro a cancellazioni o rinvii. Sempre ieri è stato annullato il Trans Pride Scotland, che si sarebbe dovuto tenere il 28 marzo.
In una videoconferenza organizzata dall’Epoa, cui hanno partecipato, il 9 marzo, oltre 70 comitati organizzatori di marce dell’orgoglio Lgbti, Madonna Cacciatore, direttrice esecutiva del Pride di Los Angeles, ha comunicato che il 24 marzo ci sarà un incontro con le autorità cittadine per decidere se portare avanti o meno le celebrazioni cinquantenarie previste per maggio e giugno. Negli Stati Uniti crescono l’attenzione e la preoccupazione per il contagio da Covi-19, che ha portato l’annullamento della cerimonia di consegna dei Glaad Awards, fissata al 19 marzo, in ottemperanza alle nuove raccomandazioni del governatore di New York, Andrew Cuomo,
Si saprà invece il 25 marzo se la due giorni del Tokyo Pride, fissata al 25-26 aprile, si terrà o meno.
«Alcuni eventi dovranno inevitabilmente subire annullamenti, riduzioni o rinvii – ha dichiarato Kristine Garina, presidente di Epoa e del Baltic Pride di Riga, in un comunicato via mail –. È ironico che, negli ultimi decenni, vari politici, presidenti, primi ministri, sindaci, arcivescovi e altri bigotti abbiano fatto del loro meglio per contrastare e cancellare i Pride, ma è stata madre natura a riuscirci».
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