Scuola, i genitori omosessuali per la prima al tavolo del Ministero

Scuola, i genitori omosessuali per la prima al tavolo del Ministero

Il 20 febbraio, con decreto direttoriale di accreditamento, Famiglie Arcobaleno è entrata a far parte del Fonags, il Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola, che ha sede presso la Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione del Miur.

Organo di rappresentanza che garantisce la consultazione delle famiglie sulle problematiche scolastiche, il Fonags è attualmente composto, oltre che dall’associazione dei genitori omosessuali e da Generazione Famiglia (anche essa una new entry), da Agedo – Associazione genitori di omosessuali, Care – Coordinamento delle associazioni familiari adottive e affidatarie in rete, Age – Associazione italiana genitori, Agesc – Associazione genitori scuole cattoliche, Cgd – Coordinamento democratico genitori, Faes – Associazione famiglia e scuola, Moige – Movimento italiano genitori.

Per saperne di più, riportiamo l’intervista apparsa su Gaynews. it abbiamo raggiunto telefonicamente Gianfranco Goretti, presidente di Famiglie Arcobaleno.

Presidente Goretti, lei ha definito «risultato storico» l’iscrizione di Famiglie Arcobaleno al Fonags. Perché?

La grande novità e importanza sta nel fatto che per la prima volta genitori omosessuali siedono a un tavolo istituzionale al Ministero della Pubblica istruzione. Tavolo che, come si sa, è di consultazione in materia di patto di corresponsabilità scuola-famiglie. Indubbiamente già prima di noi c’era Agedo che, in ogni caso, è l’associazione di genitori di figli e figlie omosessuali. Ma il fatto che ci sia un’associazione composta da persone, che si dichiarano gay e lesbiche, mi sembra una cosa davvero importante.

Il 24 febbraio l’associazione ha partecipato alla prima riunione convocata dalla ministra Azzolina sul tema coronavirus. Qual è stata l’accoglienza da parte delle altre associazioni?

Si è trattato, come si può immaginare, di una riunione d’emergenza, cui hanno partecipato tutte le associazioni del tavolo e una task force del ministero per i grandi eventi. Oggetto dell’incontro l’eventualità della chiusura delle scuole e di una strategia da mettere in campo per non far perdere l’anno scolastico ai nostri figli. Essendo la prima volta che partecipavamo a un incontro al ministero, ci siamo presentati. C’è stata una stretta di mano con Jacopo Coghe, presidente di Generazione Famiglia, e col rappresentante del Moige. Il Moige ci ha fatto invece una foto. Io ho esclamato: Bellissima la foto di Famiglie Arcobaleno scattata dal Moige. Il rappresentante ha allora replicato: Siamo avversari politici ma pur sempre esseri umani. Insomma, un inizio di grande cortesia.

Lei è un insegnante. In tema di discriminazioni e bullismo nota degli avanzamenti nelle scuole italiane o invece regressi?

È una questione che, in realtà, ci poniamo un po’ tutti. Io insegno italiano e storia in una realtà felice come l’Istituto Cine-tv Roberto Rossellini . Si tratta di una scuola portata naturalmente all’inclusione dove, fra l’altro, si svolge da anni un’attività in tal senso. È d’altra parte vero, come sento da più parti, che c’è un’oggettiva difficoltà di portare progetti d’inclusione nelle scuole. Negli ultimi cinque anni si sono registrate una maggiore resistenza a ciò e una maggiore paura da parte dei dirigenti scolastici. Questo si traduce in un maggior isolamento per i ragazzi Lgbti. Malgrado la legge della buona scuola, che prevede l’inclusione dei progetti d’inclusione nei ptof triennali, è un dato di fatto che ciò avvenga sempre meno rispetto al passato. Questa è una delle questioni che solleverò non appena ci insedieremo nel tavolo del Fonags. Chiederò che fine ha fatto l’applicazione dell’articolo 16 della legge 107 e che cosa intenda fare il ministero per la messa in atto di una tale norma.

Quali sono gli obiettivi immediati di Famiglie Arcobaleno anche al di là dell’ambito strettamente scolastico?

Come obiettivo primario e fondamentale continuiamo ad avere il riconoscimento alla nascita dei nostri figli e delle nostre figlie. Poi il lavoro da fare per contrastare l’omotransfobia per il benessere non solo nostro ma soprattutto dei nostri figli.

 

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